Partito Democratico di Montale

Presa di posizioni riguardo le parole d'odio del consigliere di Fdi Galligani

del 20 Maggio 2020

Durante il consiglio comunale di Pistoia, svoltosi nel pomeriggio di ieri, è stata affrontata la vicenda riguardante il consigliere Galligani.
Ciò che è stato detto e il modo in cui è stata affrontata la vicenda, cercando di minimizzare l'accaduto e di silenziare le opposizioni, riteniamo non sia consono per un'istituzione democratica che dovrebbe rappresentare indistintamente tutti i cittadini.
Riteniamo grave che il consigliere, nonostante le scuse date, non abbia deciso, autonomamente, di rassegnare lui stesso le dimissioni, chiaro segno questo di una totale assenza di senso di responsabilità e di consapevolezza, a maggior ragione in veste di capogruppo di maggioranza.
Ancora più grave risulta la mancata presa di posizione chiara e netta da parte del sindaco Tomasi, in qualità di Sindaco di Pistoia, che ha scelto di non dissociarsi nettamente dalle parole oscene espresse dal consigliere e di non ritenerne opportune le dimissioni.


"IL CONSIGLIO COMUNALE DI IERI

Ieri si è tenuto il consiglio comunale a Pistoia, all’interno del quale si è discusso anche dell’”Affaire Galligani”.

Alcune considerazioni:

1. Il sindaco

Ha fatto un intervento imbarazzante, la voce quasi tremante per spiegare quanto fossero importanti le scuse del consigliere.

Ha spiegato che il gruppo Fratelli d’Italia non condivideva quelle parole perché lui, che parlava a nome di quel gruppo (non come sindaco di tutta la città...) poteva garantire che da quel gruppo e da quel partito non sono mai venute parole poco rispettose nei confronti degli altri. Rimando ad un mio successivo post l’approfondimento su questo tema, con tanto di documentazione che dimostra il linguaggio e la violenza di questa destra.

Al momento mi soffermo su una frase del sindaco: “quelle frasi dette da uno di destra sono ancora più gravi perché noi di destra l’abbiamo provata sulla nostra pelle la violenza”.

Vorrei capire davvero questo passaggio. Vorrei che si dicesse a quale violenza si fa riferimento.

Caro sindaco, non può finire così questa vicenda, non te la puoi cavare in questo modo. Le scuse sono sufficienti quando un bimbo fa una marachella. Qui si tratta di aver augurato di morire a decine di persone come “cani rabbiosi”, da subumani, e a dirlo è stato un componente della tua maggioranza e del tuo gruppo. Visto che parli a nome di quel gruppo fallo dimettere, altrimenti si capisce chiaramente come la pensi su questi temi.

2. Il presidente Gelli

Una gestione del consiglio comunale imbarazzante: parla il sindaco e non si rende la parola ai consiglieri.

Si uniscono più comunicazioni in una sola per lasciare meno spazio al dibattito, si toglie addirittura la parola ai consiglieri chiudendo il microfono durante gli interventi, approfittando della modalità di video conferenza. Una cosa inaudita che impedisce il normale dibattito democratico e che credo vada messa in evidenza con forza.

3. Il consigliere Galligani

Ha chiesto scusa - a voce un po’ bassina - ma lo ha fatto. Ha anche letto le minacce che ha ricevuto. Lo dico con chiarezza: condanno ogni tipo di violenza verso chiunque e con qualunque modalità e quindi prendo le distanze assolute da chi ha fatto pervenire questi messaggi al consigliere.

Non si tenti però di far passare il consigliere Galligani come un perseguitato, una vittima. È lo stesso consigliere comunale che ha scritto di pagare i riscatti con il sangue e di ammazzare come cani altre persone. Non provo tenerezza.

Se ci fosse stata intelligenza politica il consigliere Galligani si sarebbe dimesso autonomamente. Così non è stato perché, nel profondo, questa destra dice di non condividere ma in realtà condivide ogni virgola. E noi continuiamo e continueremo a scrivere e urlare la nostra indignazione, con tutte le forme pacifiche che conosciamo.
Non ci fermiamo."   -   Caterina Bini


"In questi giorni di forte polemica intorno alle dichiarazioni del capogruppo Galligani ho deciso di rimanere in silenzio, aspettando, anche con una qualche fiducia, che di fronte a un episodio così grave, il sindaco Alessandro Tomasi Sindaco intervenisse senza indugio, sgombrando il campo con parole inequivocabili. Dopo il consiglio di ieri devo purtroppo registrare che la pezza è peggiore del buco e che il tentativo maldestro di ridimensionare l'accaduto dimostra tutta la pochezza di questa amministrazione. Su Galligani eviterò commenti. Molto è già stato detto e anzi spero che l'ondata di odio nei suoi confronti cessi rapidamente.
Mi rivolgo invece al sindaco, a colui che pur provenendo da uno schieramento politico diverso dal mio, una volta eletto, rappresenta tutta la città e quindi anche me. Quando si attaccano i valori fondanti di una comunità, caro Alessandro, non si può balbettare, né cercare rifugio nella propria appartenenza politica, vittima a tuo dire, di non si sa quali attacchi, diversi da quelli del normale confronto democratico.
Pistoia ha pagato con il sangue della sua gente la liberazione dagli quegli oppressori che qualcuno "dei tuoi" oggi rievoca come nuovo strumento di pulizia e giustizia sommaria. Pistoia ha dato i natali un secolo fa a Silvano Fedi, simbolo della Resistenza. Pistoia è diventata capitale della cultura, anche per la sua storia di inclusione e solidarietà. Il sindaco di questa città non può accontentarsi delle scuse dattiloscritte di un consigliere a dir poco inadeguato, ma deve assumere un'iniziativa forte, chiedendo apertamente le dimissioni come ineludibile assunzione di responsabilità. Voglio però rassicurarti: la pratica non è archiviata e quindi non finisce qui. Noi andremo avanti, con la raccolta di firme e più in generale con la testimonianza infaticabile che Pistoia merita di più."   -   Federica Fratoni

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